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Colloqui affettuosi col Beato Gerardo sulle sue principali virtù

Capitolo VI

1. -Confidenza.
-O amabile Beato Gerardo il mio cuore è riboccante di confidenza e di affetto per voi. Il vostro solo nome ha la potenza d'infiammare

(1) Questi colloquii potrebbero servire dopo la visita al Santissimo Sacramento, proposta ai membri dell'Associazione. Essi sono ricavati in parte dall'opuscolo italiano Sospiri di un’anima, per l’Avvocato Luigi Salerno. l'anima mia e consumarla di celesti ardori. Quale dolce sentimento provo dinanzi alla vostra immagine! Io mi sento allora tutto trasfuso in voi e sono inondato da una gioia, che trascendo ogni dolcezza. Poiché voi siete, o Gerardo, il mio angelo consolatore, il mio duce, il mio consigliere nelle aspre lotte della mia vita dolorosa.
Niente mi conforta come la lettura e la meditazione della vostra miracolosa vita. Essa purifica il mio cuore, illumina la mia mente, e mi accende ad egregie cose, a gloria di Dio ed a vantaggio de l prossimo.

2. -Il coraggio cristiano
-E proprio Iddio, che vi ha costituito per mia guida e per modello in questo sentiero coverto di triboli e spine, che debbo battere. Sì, mio amatissimo Fratello, voi, specchio fedele e tipo eccellente di pazienza, di generosità e di amore per la croce, voi, immagine perfetta di Gesù Crocifisso, mi sosterrete e m'incoraggerete nel combattimento contro l'inferno, il mondo ed i miei sensi ribelli; m'insegnerete come debbo portare la mia croce, praticare le virtù e salire il Calvario.
Da voi apprenderò l'arte divina di associare alla legge necessaria del dolore quell'arcana dell'amore, dell'amore al Crocifisso Gesù, a Maria., Madre di dolori ed alla penante umanità. E queste due leggi armonizzate come le note dì un concento, allatteranno il mio spirito e mi renderanno beato in mezzo al dolore. Da voi apprenderò a soffrire per Gesù Cristo, che ha tanto sofferto per noi.
Così solo si muteranno in rose le spine della mia vita.

3. -La salute ad ogni costo
-O Beato Gerardo 
Iddio vi prescelse ad operare le cose più meravigliose, tra cui la conversione dei grandi peccatori, leggendo nelle loro coscienze i secreti più nascosti. Operate ancora questo miracolo in mio favore: convertitemi, vedete quante imperfezioni m’infangano l’anima, che voglio ad ogni costo salvare: guardate i numerosi ostacoli, che il mondo ed il demonio frappongono al mio cammino per tirarmi da quella retta via, che mena a Dio; vedete infine le contraddizioni, le tentazioni, le ansietà, le tribolazioni, le miserie di ogni sorta, con le quali sono alle prese.
Ma mi sembra sentire la vostra risposta: <>. Così parlate all’intelletto mio, amabile consigliere. Ed io ascoltandovi, riprendo la mia croce e continuo il cammino. Aiutato e guidato da voi, spero di raggiungere la sommità di quel monte benedetto, ove troverò la mia ricompensa. Non mi abbandonate, o Gerardo. Iddio vi ha affidato la salute dell’anima mia; ed io ripongo in voi la mia fiducia: la mia speranza non andrà fallita. Già sento in me un certo rinnovamento di pensieri e di affetti, che non sono terreni. Continuate la vostra opera. Io ho ferma speranza di salvarmi, e venirvi un giorno a contemplare in Paradiso, sul trono ove splendete accanto a Gesù e Maria.

4- La pazienza
– Quando sono dinanzi alla vostra 
immagine, o Gerardo, oh! come sono beato!Mi attirate a voi per le eccelse vostre virtù e mi fate dimenticare le amarezze della vita e le ingiustizie degli uomini. Il celeste vostro sguardo e l'angelica beltà del vostro raggiante viso accendono il mio cuore della brama d’imitarvi.
Amabile Beato, voi foste, in tutta la vostra vita un raro modello di pazienza e di mortificazione.
Ah ! Se voi soffriste con tanto eroismo, se non cessaste mai di castigare il vostro corpo, a ciò vi animava l'amore di Gesù Crocifisso. Ed io sono impaziente all'eccesso; la minima ingiuria, la più piccola contrarietà eccita il mio sentimento, e sono sì restio all’ubbidienza. Ma voglio cambiar vita: l’esempio delle vostre virtù mi attiva a voi, ed io prendo la risoluzione d’imitarvi per divenire buono, paziente caritatevole, e d1 farmi santo come voi.

5 -La mansuetudine.
È vero, o gran santo, che ho molte volte presa la risoluzione di correggermi, vincendo la irascibilità e l'asprezza del mio carattere; ma, mio malgrado, sono sempre restatolo stesso. L'amor proprio, nemico dell’amor di Dio non ha cessato di dominarmi. D’ora innanzi, però, considerando la vostra costante longanimità e la,vostra estrema mansuetudine nel sopportare le ingiurie ed i maltrattamenti che v’infliggevano, sono più che mai deciso a mortificarmi ed a resistere all'impulso della collera. Si voglio restare calmo nell'avversità, e sopportare in pace le contrarietà, le ingiustizie, le calunnie e le provocazioni che mi verranno dagli uomini.
Ma debbo domandarvi una grazia, o mio pietoso protettore. Qual povero peccatore, che sono, in certi momenti di tentazione più violenta, potrò essere in pericolo di mancare alla mia risoluzione, e di ricadere in peccato. Siate allora il mio angelo tutelare, venite subito in mio soccorso, toccate il mio cuore, ricordatemi gli esempii della vostra vita, ispiratemi a ricorrere alla preghiera recitando questa orazione giaculatoria: "Gesù. dolce ed umile di cuore, rendete il mio cuore simile al 'vostro" Così con la vostra assistenza riporterò ]a vittoria.

6. -La purità
-O Angelo di purità, il vostro amore per Maria fu sublime, come quello per Gesù Cristo, e voi otteneste per quest'insigne devozione la grazia, di un'angelica purità. Ma io che sono di fronte a voi? Ahimè! Io sono costretto a battermi il petto, ravvisando in me un peccatore, un mostro d'impurità! Come mi tormenta il pensiero della mia vita passata e dei miei numerosi peccati, sopratutto quello contro la bella virtù della purità! Io mi vergogno, o Gerardo, di trovarmi innanzi a voi, splendido specchio di purità. Che farò dunque? Voi foste innocente e penitente ad un tempo: io posso supplire con la penitenza all'innocenza, e questo lavacro salutare, purificandomi, mi renderà più degno del vostro patrocinio. Nell'avvenire, quando la tentazione agiterà i miei sensi ribelli, quando l'impura fiamma minaccerà di accendere il mio cuore, allorché sarò alle prese con la seduzione, affrettatevi a soccorrermi, o celeste patrono delle vergini anime. Datemi il coraggio di combattere e vincere nelle cattive occasioni, e fatemi pregare per chiamare il Cielo in mio soccorso. Allora io sarò sicuro di vincere. Spero questa grazia con l'aiuto di Dio, con la protezione di Maria, e con la vostra intercessione.

7. –L’umiltà e l'obbedienza
-Come Gesù Cristo, nostro divin modello, trionfò di Satana per l'umiltà e l'obbedienza, così, o Beato Gerardo, queste due virtù, che brillano in voi di uno splendore particolare, vi resero formidabile contro l'inferno, facendovi vincere i demoni.
"L'ubbidienza, dicevate, è quella che deve condurci al Paradiso. La volontà di Dio si manifesta per me negli ordini dei miei superiori".
Voi sentivate come un bisogno di ubbidire in tutto, per modo che non avreste voluto far movimento di sorta senza esserne autorizzato. Iddio mi ha fatto entrare nella Congregazione, dicevate ancora, innanzi tutto per ubbidire: perché dunque perdere, nelle piccole azioni, il merito dell'ubbidienza?"
La vostra ubbidienza parve talvolta toccare l’eccesso di una santa follia. Così meritaste di essere proclamato un modello di umiltà ed il santo del, l'ubbidienza.
Ed io? Non voglio, mio caro protettore, cessare di fare il paragone tra la mia condotta e la vostra, poiché mi son proposto d'imitarvi e diventare, se non santo, almeno un cristiano veramente virtuoso. Ebbene, che posso io mettere di fronte ai vostri sublimi esempi di umiltà e di ubbidienza? Il mio orgoglio, la mia presunzione, la mia vanagloria, il disprezzo degli altrui consigli, la ribellione ai comandi dei superiori, più che la sommissione? Ahimè! Sono troppo pieno di me stesso; l'amor proprio mi domina e mi trascina ad ogni istante alla disubbidienza, al disprezzo, alla ribellione. E vero, arrossisco della mia condotta ma non voglio disperarmi. Io mi sono posto sotto la vostra tutela, o gran santo, e mi affido a voi. A voi spetta vegliare su me. cambiate la mia mente e il mio cuore. Datemi l’umiltà, affinché vi rassomigli; insegnatemi ad annichilirmi e ad ubbidire fino alla morte. Infliggetemi bene nella mente questi grandi principi stabiliti da Dio stesso: l’umile sarà sempre esaltato, e l’uomo obbediente troverà la vittoria su tutto: <>.


8. -La carità verso il prossimo
-L'amore di Dio ha per compagno indivisibile la carità verso il prossimo. Voi, o Gerardo, anche questa esercitaste eroicamente, dedicandovi con tutte le forze al bene spirituale e temporale dei vostri simili voi traduceste in pratica questa massima, che vi era cara: "Sarei pronto a dare mille volte la vita pel mio prossimo, se potessi mille volte riacquistarla per sacrificarla a suo vantaggio>>. Tutto acceso di zelo per la salute delle anime, avreste voluto santificare il mondo intero.
Ed io che ho fatto finora in vantaggio del prossimo? Quali beni, quali aiuti, quali conforti ho apportato a,i bisognosi? Disgusti, intolleranze, scandali, risentimenti, ingiurie e mormorazioni,maldicenze e calunnie; ecco come ho trattato i miei fratelli e praticata la dottrina del Vangelo. Ma voi potete, o Angelo di carità, operare il miracolo di convertirmi da uomo tanto disamorato in ardente amatore del mio prossimo: sì, voi avete giusto potere, ed io voglio valermene; poiché d'ora innanzi ho il vivo desiderio d'imitarvi il più che sia possibile, sacrificandomi con zelo tutto apostolico per i miei fratelli infelici e travagliati, secondo i miei mezzi e per la conversione di tanti poveri peccatori.

9.-. Lo spirito di povertà
– Erofoso amante della povertà, o Gerardo, per salvare la salute dell’anima e per imitare il Figliuolo di Dio, che essendo ricco si fece povero per noi, voi vi spogliaste di tutto ciò che gli uomini chiamano tesori, ricchezza, fortuna. Fuori dubbio, il mondo insulso avea compassione di voi tenendo per tapina questa santa e volontaria povertà, ma voi credeste piuttosto alla parola di Gesù, che chiamò beati coloro che hanno lo spirito di povertà. – O amico e padre dei poveri, volgete a me i vostri sguardi pietosi.
Diseredate dei beni di questo mondo, col sudore della fronte guadagno il pane quotidiano. Fate che, lungi dal maledire la mia sorte e ribellarmi contro il Cielo, io porti da questo momento con cristiana e gioconda rassegnazione il fardello benedetto della povertà. – Con l’aiuto della vostra potente intercessione i miei sudori, le mie privazioni, le pene del lavoro, simili ad una semenza feconda, saranno il germe della pace per la mia vita presente,e della felicità eterna per la vita futura.
Se Iddio mi avrà distribuito in più larga misura i beni di questo mondo ottenetemi, o Beato Fratello, di fuggire i pericoli derivanti dalla ricchezza, quali sono il fasto, l’orgoglio, l’ingiustizia, l’insaziabile avidità e la durezza di cuore. Non permettete che, limitando l’orizzonte dei miei desideri alle cose caduche di quaggiù, vi fermi il pensiero, né che vi attacchi il cuore, come all’unico fine della mia esistenza. Ottenetemi soprattutto che l ‘opulenza non mi faccia mai obliare i sacri doveri della pietà, del lavoro e della elemosina.

10 .Lo spirito della penitenza.
-Perché non ho io come voi, o Beato Gerardo, conservato la mia innocenza, quest'innocenza che permette all'anima pura di vedere Dio in questo mondo e di possederlo nell'eternità? Ahimè ! non mi resta più che piangere il tesoro perduto. Fate almeno che queste lagrime siano giovevoli all'anima mia.
Comunicatemi questo salutare dolore che io sia divorato dalla sete di una santa espiazione, o Beato Gerardo, voi, che, esente da colpe . nondimeno praticaste sì aspre macerazioni.
Ma come riconoscere che io sono tra quei felici tribolati, pei quali sono promesse le celesti consolazioni? Se, per odio al peccato, abbraccio, per ripararlo, la penitenza del corpo e dello spirito; se, fuggendo le occasioni che mi hanno sedotto infrango le catene che mi tengono schiavo del male, io potrò annoverarmi tra i predestinati, che11 Salvatore chiama beati, perché piangono.
O Gerardo, vero amico di Dio, fatemi comprendere la gravità anche delle minime colpe, per detestarle, come le detestaste voi, piangerle come le piangeste voi, espiarle come le espiaste voi, affinché un giorno, come voi, vada a gustare nel Cielo una eterna pace.

11. -La conformità alla volontà di Dio
-Grande amico del Salvatore, Boato Gerardo fare la volontà di quel Dio che tanto amavate, e farla per amore verso di Lui, tale fu la suprema aspirazione della vostra grande anima. Per questo eroico abbandono al Signore voi meritaste di essere chiamato il Santo della Volontà di Dio.
Quale differenza tra la vostra vita e la mia! Io sono un vile ammasso d’imperfezioni, e non so sopportare la minima croce. Non fo che compatirmi sempre, e non posso soffrire con pazienza le pene della mia vita. Intanto riconosco che la croce è l’unico mezzo per ottenere la eterna salute, l’unico secreto per godere la pace, che si trova nell’adempimento della Volontà di Dio; la sola via che conduce alla gloria celeste.
Alla per fine la mia mente è stata rischiarata dalla luce, e ve ne ringrazio, o beato Fratello; siete stato voi, che l’avete domandata per me. da questo punto io non voglio più che ciò, che Iddio vuole da me, e, come voi, riconoscerò la sua volontà negli ordini di coloro che hanno autorità sopra di me, riconoscerò in tutte le vicende della mia vita; negli insuccessi, nelle malattie, nelle persecuzioni, nella povertà, nei tormenti dello spirito e nelle ingiustizie degli uomini. Attraverso le avversità l’anima mia ravviserà la mano di Dio, le disposizioni di un buon Padre, che cerca il vero bene di suo figlio, e sempre dirò: Sia fatta la vostra Volontà, o mio Dio, in tutto e per tutto.

12.-. La sapienza cristiana
– ognuno ammira, o Gerardo, le sublimi estasi di cui foste favorito, come pure quella scienza di santo, che possedevate in sommo grado. Lo Spirito Santo, che parlava per bocca vostra, vi aveva riempito dei suoi doni. Si ricorreva a gara ai vostri consigli: i sacerdoti più saggi, i confessori più abili venivano essi stessi a domandarvi la soluzione dei loro dubbi. Come un gran teologo, voi discutevate delle più alte quistioni ascetiche e morali, risolvevate tutti i dubbi con la sapienza di un dottore>>.
O somma Sapienza di Dio, che nasconde talora i misteri, delle eterne verità ai sapienti ed ai grandi, e le rivela agli umili ed ai piccoli!
O Gerardo, io sento, per la confidenza, che m’ispirate, che voi avete la potestà di condurmi a Dio, che voglio anch’io conoscere, amare, possedere come voi. Ottenetemi il santo desiderio di ascoltare la parola di Dio; fatemi comprendere sempre più la vanità di tutto ciò, che passa, e la necessità di attaccarmi unicamente alle cose del Cielo. Se mi otterrete questa sapienza cristiana, questo dono dell’intelligenza, acquisterò così la scienza dei santi, la quale è la scienza della salute, ed ho la più ferma speranza di pervenire un giorno alla felicità del Paradiso.

13.-. Lo spirito della fede
– La virtù della fede, o beato fratello, fu sempre il motore delle vostre azioni. Di là le vostre eminenti virtù e le vostre opere. <> - Parimenti questa virtù imprimeva al vostro intelletto ed alla vostra volontà una sì grande stima di Dio ed un sì profondo disprezzo delle cose di quaggiù, un sì grande amore al bene ed una sì viva avversione al male, che vi rendevano, per così dire, impeccabile.
Come son dissimile da voi, o beato Fratello, malgrado le innumerevoli grazie ricevute per menare anch’io una vita tutta infiammata dallo spirito della fede! Quale differenza tra voi e me! tra la vostra fede sì viva, sì ardente, e la mia sì debole e quasi spenta! Perché, dunque, i miei pensieri, i miei desideri, le mie parole, tutti i miei atti hanno sì poco l’impronta della fede? Ah!il riconosco, invece di agire per motivi soprannaturali, troppo spesso i sensi, le passioni e le impressioni della natura sono l’unico motore della mia condotta. Ma oggi, stimolato dai vostri esempi, o mio caro modello, io voglio emendarmi. Chiede a Dio, o Gerardo, che ravvivi la mia fede; ispirarmi motivi di fede in tutte le mie azioni, affinché la mia vita sia in tutto, per tutto e sempre meritoria e gradita agli occhi del Signore.


14.-. La ferma speranza.
– Nobile campione della virtù, o Beato Gerardo, voi vi impegnate generosamente non sol a salvare la vostra anima, ma ancora ad acquistare a qualunque costo la santità. Sostenuto dalle promesse di Gesù Cristo, confidando nei meriti che Egli ha voluto accumulare per metterli a nostra disposizione, sempre dedito ad assicurarvi il materno e perpetuo soccorso di Maria, voi intraprendete, senza tregua, né smarrimento, l’opera della vostra santificazione. Che dirò? Non contento di ricorrere al divino aiuto della speranza e proprio conto, voi vi attingeste ancora quella grande confidenza soprannaturale, che vi permise di operar prodigi innumerevoli in nome di Dio. quanto a me, se manco si sovente all’adempimento dei miei doveri, se mi trovo senza coraggio e senza energia per compiere l’opera della mia salute, debbo riconoscere che le mie numerose sconfitte non vanno imputate che alla mia folle presunzione, al mio orgoglio dissennato. Sì, son venuto meno alla fiducia in Dio, ho trascurato di ricorrere alla sua grazia, ho voluto troppo fidare nelle proprie forze, e perciò sono stato debole, lento, incostante. Pregate, dunque, per me, o mio celeste Patrono, affinché d’ora innanzi io abbia quella speranza invincibile, che vi animava quella speranza saldissima che si fonda unicamente sulle infallibili promesse di Dio e sui meriti infiniti di nostro Signore Gesù Cristo. Così sarò sicuro di ottenere in tutti i miei bisogni e combattimenti il soccorso e la grazia di Dio.

15. -L'amore di Dio
-Beato Gerardo quale ardore nel vostro spirito, quale freddezza nel mio! Serafino di carità, voi bramaste con immenso desiderio di giungere alla santità, al perfetto amore che Dio, ed io non provo per quest'unico vero bene che un languido desiderio. Voi batteste la via della virtù senza mai soffermarvi, ed io mi sento come paralizzato; non so quale timidezza mi costringe a fermarmi sul principio del cammino, dicendo: Basta? Non ne posso più! Lungi dal cedere alla fatica nell'acquisto della divina carità, stimolaste senza posa in voi la brama la sete di questa celeste virtù. Ed a me è passato, sì presto ogni desiderio di Dio! Come agli Ebrei sensuali, la manna del vero amore non m’ispira, ahimè! Che disgusto. O santo Fratello, chiedete a Dio che io corregga in me questo disordine. Eccitate nel mio cuore una brama insaziabile ed una sete ardente dell’amore di Dio e della perfezione, a cui sono chiamato. L’amore di Dio già lo stimolo della mia energia. La guida della mia vita, il motore di tutte le mie azioni, il faro luminoso, verso il quale io dirigga i miei pensieri, i miei desideri, i miei affetti e tutta la mia condotta. A tal’effetto, o Gerardo, sollecitate nel mio spirito il desiderio ed il bisogno di amare Iddio. Allora la croce mi sembrerà più legiera, le pene della vita mi saranno più dolci. L’amore di Dio avrà fatto il miracolo di convertire un languido peccatore in un uomo risoluto d'agire virilmente e di soffrire coraggiosamente, felice di attestare al suo Creatore la sua devozione, la sua riconoscenza e la sua fedeltà.


16. -La devozione all'"Eucaristia
-Caro Beato, voi riponevate le vostre delizie nel passare lunghe ore ai piedi di Gesù Cristo, prigioniero d'amore nel tabernacolo. Colà negl’intimi colloqui coll'amatissimo Bene, che avea rapito il vostro cuore, gustavate le gioie del Paradiso, avendo avuto financo il privilegio di vedere sensibilmente il vostro Dio attraverso il velo delle sante specie,e di sentire la sua v0ce, che vi parlava.
Come sarei felice, se avessi anch’io l'onore di conversare col Figliuol di Dio e la gioia di essere rapito in estasi ! Ma che dico? Io non sono che un'indegna creatura coperta di peccati, ed oserò ambire grazie si prodigiose"? No, io non ho alcun titolo per aspirare a questi divini favori. Almeno, o mio santo Patrono, datemi quella fede viva, che mi faccia riconoscere ed adorare con rispetto Gesù Cristo immolantesi sull’altare e dimorante fra noi nel tabernacolo. Innanzi tutto infiammatemi di un amore ardente e di un desiderio vivo di visitare spesso il divin prigioniero, e di ricevere più degnamente il suo Sacratissimo Corpo nella Santa Comunione.


17. -La devozione a Maria
-Dilettissimo fratello Gerardo, quanto invidio la vostra grande devozione verso Maria, la Divina Madre di Gesù"!Voi ammiravate la sua verginale Maternità, ne contemplavate con tenerezza gl' immensurabili dolori";ed avevate Un culto di predilezione per il suo Immacolato Concepimento. Come avevate acquistata una conoscenza profonda delle perfezioni dell' uomo Dio così avevate su Maria ferme convinzioni.
Con un solo sguardo ne scorgevate le sublimi grandezze. Il titolo di Regina dei martiri vi compenetrava lo spirito di compassione; l'Immacolata Concezione, questo titolo incomparabile di gloria, vi rendeva più che mai giocondo. E la divina Madre fu con voi amorosissima Madre, colmandovi di singolari favori ed arricchendovi continuamente di grazie insigni e di squisite tenerezze.
Ed io, che sono egualmente fighe di Maria, ahimè! debbo confessarmi indegno del suo patrocinio e delle sue grazie! Ma voi, o Gerardo, che siete stato dotato di tanto potere in cielo per l'estremo amore che avevate per Gesù e Maria, chiedete loro per me la devozione dei predestinati, una filiale devozione verso la Madre di Dio.
Mio santo Patrono, io non cesserò di pregarvi e di supplicarvi, fino a che non mi abbiate ottenuto le virtù che voi avete praticate, e le devozioni, ove vi siete segnalato.


18. -Lo spirito della preghiera
-O Gerardo, voi eravate un angelo di pietà! Piccino ancora, trovavate le vostre delizie nella preghiera, e questa precoce devozione vi meritò i miracolosi favori del Bambino Gesù e della sua Santissima Madre. In prosieguo diveniste un uomo di sublime orazione; ed io non so che cosa ammirare maggiormente, o il vostro continuo raccoglimento, che vi permetteva di attendere l' ore intere e senza distrazione agli esercizii di pietà, o i rapimenti e le estasi,di cui foste favorito. Io so, come voi, o mio serafico Protettore, che la preghiera è il gran mezzo della salute, e che,come fu affermato sì bene dal vostro glorioso padre S. Alfonso, chi prega si salva e chi non prega si danna. Credo ancora alla divina efficacia della preghiera, per 1a quale posso ottenere infallibilmente tutte le grazie necessarie alla mia santificazione. Come posso esser dunque sì negligente nell’adempimento di questo gran dovere della vita cristiana? Troppo facilmente tralascio le mie preghiere, e quando prego, il fo’ il più sovente senza fervore senz'attenzione, per semplice discarico di coscienza con tiepidezza e disgusto. Ma allora non ho tutto a temere, perché la mia preghiera è talvolta insufficiente, e d'altronde essa é troppo imperfetta per salvarmi? O fedele amatore della preghiera, non mancate di chiedere a Dio per me un'applicazione . maggiore al raccoglimento di spirito ed all'orazione. Siate ancora qui il mio modello, o Gerardo, ma sopratutto siate il mio intercessore nel Cielo per farmi acquistare lo spirito della preghiera.

19. -La buona morte
-La vostra santa morte, o Beato Gerardo, fu incomparabilmente bella, il meditarla importa assistere ad una scena di paradiso. Obbediente fino all’ultimo sospiro, voi non lasciaste questa terra che col permesso". dei ,vostri superiori. Come un fuoco sempre crescente, il vostro amore per Gesù e Maria avea preso. le proporzioni di un che incendio, che consumava il vostro spirito, e, come scintille ardenti, i vostri sospiri, le vostre infocate parole comunicavano ai testimoni del vostro trapasso la fiamma dalla carità che vi divorava. Quale fervore nella vostra ultima comunione ! quale dolcezza in quella melodia, che allietò la vostra fine, e che sembrò il preludio dei canti del trionfo, coi quali gli eletti di Dio doveano accogliere il vostro ingresso nel cielo! Quale umiltà, quale illibata purezza di cuore voi c'insegnaste, quando prima di morire recitaste con compunzione il Miserere! E poi quali serafici ardori in quelle invocazioni": "Mio Dio, mio Dio, dove siete"? Concedetemi di vedervi e di unirmi a Voi! "Ben tosto, agli spasimi del dolore e dell'abbandono, per i quali vi rassomigliaste a Gesù Crocifisso, successero i trasporti di un' ultima estasi "Ecco la Madonna, diceste, facciamole -ossequio! " Poco dopo, sciolta dai legami terreni, la vostra anima angelica spiccava il volo pel Cielo.
Quale sarà la mia morte, o Gerardo, e come mi preparerò a quel momento terribile, da cui dipenderà la mia eternità"? Voglio sperare che dopo di essermi sforzato d'imitarvi nella vita, voi mi farete la grazia di assistermi nell' ultimo istante. Ottenetemi allora la pazienza di sopportare quel1' estremo dolore, il coraggio per lasciare senza rammarico i beni di questo mondo, e la grazia di ricevere con fervere i Sacramenti dei moribondi. Ottenetemi sopratutto l'assistenza di Maria Madre mia, affinché, per vostra intercessione, Ella m'introduca subito nella vita eterna, difenda la mia causa presso suo Figlio Gesù, e mi faccia entrare nel Cielo per lodare ed amare Iddio per sempre.


20. -La perseveranza finale
-Ammiro, o Beato Gerardo, la sapienza e la generosità delle risoluzioni, che prendeste per salvare e santificare la vostra anima. Per la vostra fedeltà a questa regola di vita, per la vostra eroica perseveranza in mezzo alle pruove più dure ed alle più terribili tentazioni, voi meritaste di fare continui progressi nella virtù, ed aggiungere ogni giorno nuovi gradi al vostro amore ed alla vostra gloria. Sono anch'io risoluto di lavorare con coraggio per la salute dell'anima mia; ma so per esperienza quanto sono incostante. Vegliate dunque sulla mia perseveranza, o mio celeste Protettore. Aiutatemi a darmi tutto a Dio e senza indugio. Rendete il mio cuore simile al vostro. Difendetemi nei terribili assalti, che mi dà l'inferno, e concedetemi la vittoria. Già voi avete trionfato delle mie resistenze, traendomi a voi con l'incanto delle vostre virtù e con l1autoritàdei vostri esempii. Datemi al presente la grazia di camminare coraggiosamente per la via della perfezione, e di aspirare continuamente verso Dio, mio sommo Bene, solo degno del mio amore. Sia benedetto Iddio per avervi reso sì potente e per avervi incaricato di moltiplicare i miracoli in favore dei vostri devoti! Io ho in voi la più completa fiducia, e spero che mi otterrete la perseveranza nelle mie risoluzioni, e, nel punto della mia morte, la incomparabile grazia della perseveranza finale.

21. -Il desiderio del cielo
-Soffrire e morire in unione con Gesù e sotto gli sguardi materni di Maria, tale fu, o Beato Gerardo, l'aspirazione di tutta la vostra vita. Senz'attaccamento ai beni di quaggiù, voi passaste sulla terra come un angelo in mezzo agli uomini. I vostri pensieri, i vostri desideri, i vostri affetti, tutte le vostre aspirazioni, tutti i palpiti del vostro cuore convergevano verso Dio, vostro unico Bene, e verso il Cielo, la patria degli amici di Dio. "Io desidero il Cielo, dicevate, perché bramo di riunirmi a Dio"
Anch'io, Beato Gerardo, desidero di andare un giorno nel Cielo, ma il desiderio che provo è molto freddo, ed è ispirato più dall’egoismo che dalla carità. Sono attaccato a mille vanità, il mio cuore è ripartito fra le creature, e cerco sempre di formarmi quaggiù una specie di paradiso, ove vorrei trovare la soddisfazione dei miei piaceri, ed in questi l'appagamento delle mie passioni. Io scorgo il Cielo come un luogo di delizie, ove il mio corpo e la mia anima gusteranno la pienezza del riposo e della felicità; e, per arrivare a questo termine benedetto, ove Iddio mi chiama, non so punto mortificarmi, privarmi, sacrificarmi. Mio santo Patrono, castigate ancora in me questo vizio deplorevole di una creatura senza cuore, senza coraggio, senza energia., poiché tal vizio cerca privarmi del vero bene, degl'interessi eterni. Datemi infine quel desiderio di Dio, che vi consumava, affinché consciente dell'esilio, in cui mi trovo, non mi attacchi più alle terrene cose, ma sospiri unicamente al Cielo per godervi per sempre l'amore del mio Dio infinitamente amabile.

22. -La protezione del Beato Gerardo.
-Dal fondo di questa valle di lagrime, ho a cuore di sollevare i miei sguardi verso il Cielo per contemplarvi nella gloria, o Beato Fratello. Alla vista del diadema, che brilla sulla vostra fronte, e della felicità, che inonda la vostra santa anima, un grido di ammirazione esce dal mio cuore. Vorrei ringraziare il Signore, come merita, per avervi arricchito di tanti favori ed elevato sì alto nel Cielo. Io lo benedico principalmente per avervi conservata una sì tenera compassione per coloro che soffrono e lottano quaggiù. La vostra beatitudine non vi ha fatto obliare le nostre miserie, e, per sollevarle, voi impiegate il favore che godete presso Dio.
O buon Fratello Gerardo, usate verso di me la vostra potente intercessione. Ascoltate le fervide ed ardenti preghiere, che vi rivolgo, ed esauditele. Pregate per me, quando la sventura mi abbia visitato, ed io venga con fiducia ad implorare il vostro soccorso. Consolatemi nelle mie pene;· assistetemi nelle mie tribolazioni. Pregate per l'anima mia, che geme sotto il peso dei suoi peccati e vi domanda le lagrime del pentimento; fatemi comprendere il mio triste stato, ed ispiratemi la preghiera del perdono. Pregate per me, quando il mio cuore, troppo invaghito delle cose della terra, si trova assai debole per dominare le sue passioni. Fatemi trionfare di me stesso e delle creature. Pregate per me massimamente nei giorni delle grandi tribolazioni, delle pruove decisive, affinché io esca dal crogiuolo purificato e vincitore. Siate in una parola, o Gerardo, il mio protettore ed il mio sostegno.
A tutti questi favori, aggiungete quello di amare, come voi, Gesù e Maria e dì manifestare quest'amore con l'esercizio di tutte le virtù cristiane; e principalmente la carità, la pazienza, l'umiltà, la purità e la sommissione alla Volontà di Dio. Così, preservato dal peccato e guidato nel cammino della perfezione, io potrò dopo la mia morte, raggiungervi nel. soggiorno dei beati. Così sia.

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