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La guarigione del piccolo esanime

È il 1753. Gerardo viene spesso inviato in vari paesi e villaggi, anche lontani, per le periodiche questue.

In una di tali occasioni torna a Muro Lucano accompagnato per le vie del paese dall'amico Alessandro Piccolo, orefice. Suo figlio, un ragazzino di 10 anni, correndo batte la testa contro un sasso e, disgraziatamente, resta a terra esanime. Gerardo, sentite le urla della gente, si reca velocemente in casa dell'orefice, s'avvicina al letto del piccolo. "Non è niente, non è niente" esclama risoluto Gerardo e, chinatosi sul bimbo, traccia un segno di croce sulla fronte ormai gelida. Il fanciullo si ridesta dal sonno senza alcun dolore. 

Sono moltissimi gli episodi narrati dalla tradizione popolare. Le folle lo seguono, lo acclamano e chiedono il suo intervento. La fama di Fratel Gerardo ormai dilaga in tutti le città e i villaggi dal Tavoliere al Vulture, dalla Valle del Platano a quella del Sele. Al suo passaggio Fratel Gerardo guarisce gli infermi, dona la parola ai muti, scaccia i dèmoni, conforta i sofferenti e ammaestra le folle.

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