San Gerardo Maiella
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Io credo in Dio Padre

CAPITOLO IV

33. Che cosa sono i Simboli della fede?
Sono formule articolate, chiamate anche «Professioni di fede» o «Credo», con cui la Chiesa, fin dalle sue origini, ha espresso sinteticamente e trasmesso la propria fede con un linguaggio normativo, comune a tutti i fedeli. (185-188, 192, 197)

34. Quali sono i più antichi Simboli della fede?
Sono i Simboli battesimali. Poiché il Battesimo viene dato «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19), le verità di fede ivi professate sono articolate in riferimento alle tre Persone della Santissima Trinità. (189-191)

35. Quali sono i più importanti Simboli della fede?
Essi sono il Simbolo degli Apostoli, che è l'antico Simbolo battesimale della Chiesa di Roma, e il Simbolo niceno-costantinopolitano, frutto dei primi due Concili Ecumenici di Nicea (325) e di Costantinopoli (381), ancora oggi comune a tutte le grandi Chiese d'Oriente e d'Occidente. (193- 195)
«IO CREDO IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE, CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA»

36. Perché la professione di fede inizia con: «Io credo in Dio»?
Perché l'affermazione «Io credo in Dio» è la più importante, la fonte di tutte le altre verità sull'uomo e sul mondo, e di tutta la vita di ogni credente in lui. (198-199)

37. Perché professiamo un solo Dio?
Perché egli si è rivelato al popolo d'Israele come l'Unico, quando disse: «Ascolta, Israele, il Signore è uno solo» (Dt 6,4), «non ce n'è altri» (Is 45,22). Gesù stesso l'ha confermato: Dio è «l'unico
Signore» (Mc 12,29). Professare che Gesù e lo Spirito Santo sono anch'essi Dio e Signore non introduce alcuna divisione nel Dio Uno. (200-202, 228)

38. Con quale nome Dio si rivela?
A Mosè Dio si rivela come il Dio vivente, «il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe» (Es 3,6). Allo stesso Mosè Dio rivela il suo nome misterioso: «Io Sono Colui che Sono (YHWH)». Il nome ineffabile di Dio già nei tempi dell'Antico Testamento fu sostituito dalla parola Signore. Così nel Nuovo Testamento, Gesù, chiamato Signore, appare come vero Dio. (203-205, 230-231)

39. Solo Dio «è»?
Mentre le creature hanno ricevuto da Dio tutto ciò che sono e che hanno, Dio solo è in se stesso la pienezza dell'essere e di ogni perfezione. Egli è «Colui che è», senza origine e senza fine. Gesù rivela che anch'egli porta il Nome divino: «Io sono» (Gv 8,28). (212-213)

40. Perché è importante la rivelazione del nome di Dio?
Nel rivelare il suo nome, Dio fa conoscere le ricchezze contenute nel suo mistero ineffabile: egli solo è, da sempre e per sempre, Colui che trascende il mondo e la storia. È lui che ha fatto il cielo e la terra. È il Dio fedele, sempre vicino al suo popolo per salvarlo. È il santo per eccellenza, «ricco di misericordia» (Ef 2,4), sempre pronto a perdonare. È l'Essere spirituale, trascendente, onnipotente, eterno, personale, perfetto. È verità e amore. (206-213)
«Dio è l'essere infinitamente perfetto che è la SS.ma Trinità» (santo Toribio di Mogrovejo).

41. In che senso Dio è la verità?
Dio è la Verità stessa e come tale non s'inganna e non può ingannare. Egli «è luce e in lui non ci sono tenebre» (1 Gv 1,5). Il Figlio eterno di Dio, Sapienza incarnata, è stato inviato nel mondo «per rendere testimonianza alla Verità» (Gv 18,37). (214-217, 231)

42. In qual modo Dio rivela che egli è amore?
Dio si rivela ad Israele come colui che ha un amore più forte di quello di un padre o di una madre per i suoi figli o di uno sposo per la sua sposa. Egli in se stesso «è Amore» (1 Gv 4,8.16), che si dona completamente e gratuitamente e che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv 3,16-17). Mandando il suo Figlio e lo Spirito Santo, Dio rivela che egli stesso è eterno scambio d'amore. (218-221)

43. Che cosa comporta credere in un solo Dio?
Credere in Dio, l'Unico, comporta: conoscerne la grandezza e la maestà; vivere in rendimento di grazie; fidarsi di lui sempre, anche nelle avversità; riconoscere l'unità e la vera dignità di tutti gli uomini creati a sua immagine; usare rettamente le cose da lui create. (222-227, 229)

44. Qual è il mistero centrale della fede e della vita cristiana?
Il mistero centrale della fede e della vita cristiana è il mistero della Santissima Trinità. I cristiani vengono battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. (232-237)

45. Il mistero della Santissima Trinità può essere conosciuto dalla sola ragione umana?
Dio ha lasciato qualche traccia del suo Essere trinitario nella creazione e nell'Antico Testamento, ma l'intimità del suo Essere come Trinità Santa costituisce un mistero inaccessibile alla sola ragione umana, e anche alla fede d'Israele, prima dell'Incarnazione del Figlio di Dio e dell'invio dello Spirito Santo. Tale mistero è stato rivelato da Gesù Cristo, ed è la sorgente di tutti gli altri misteri. (237)

46. Che cosa Gesù Cristo ci rivela del mistero del Padre?
Gesù Cristo ci rivela che Dio è «Padre», non solo in quanto è Creatore dell'universo e dell'uomo, ma soprattutto perché genera eternamente nel suo seno il Figlio, che è il suo Verbo, «irradiazione della sua gloria, impronta della sua sostanza» (Eb 1,3). (240-242)

47. Chi è lo Spirito Santo, rivelato a noi da Gesù Cristo?
È la terza Persona della Santissima Trinità. È Dio, uno e uguale al Padre e al Figlio. Egli «procede dal Padre» (Gv 15,26), il quale, principio senza principio, è l'origine di tutta la vita trinitaria. E procede anche dal Figlio (Filioque), per il dono eterno che il Padre ne fa al Figlio. Inviato dal Padre e dal Figlio incarnato, lo Spirito Santo guida la Chiesa «a conoscere la Verità tutta intera» (Gv 16,13). (243-248)

48. Come la Chiesa esprime la sua fede trinitaria?
La Chiesa esprime la sua fede trinitaria confessando un solo Dio in tre Persone: Padre e Figlio e Spirito Santo. Le tre Persone divine sono un solo Dio perché ciascuna di esse è identica alla pienezza dell'unica e indivisibile natura divina. Esse sono realmente distinte tra loro, per le relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre: il Padre genera il Figlio, il Figlio è generato dal Padre, lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. (249-256, 266)

49. Come operano le tre Persone divine?
Inseparabili nella loro unica sostanza, le Persone divine sono inseparabili anche nel loro operare: la Trinità ha una sola e medesima operazione. Ma, nell'unico agire divino, ogni Persona è presente secondo il modo che le è proprio nella Trinità. (257-260, 267)
«O mio Dio, Trinità che adoro... pacifica la mia anima; fanne il tuo cielo, la tua dimora amata e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai sola, ma che sia lì, con tutta me stessa, tutta vigile nella mia fede, tutta adorante, tutta offerta alla tua azione creatrice» (beata Elisabetta della Trinità).

50. Che cosa significa che Dio è onnipotente?
Dio si è rivelato come «il Forte, il Potente» (Sal 24,8), colui al quale «nulla è impossibile» (Lc 1,37). La sua onnipotenza è universale, misteriosa, e si manifesta nel creare il mondo dal nulla e l'uomo per amore, ma soprattutto nell'Incarnazione e nella Risurrezione del Suo Figlio, nel dono dell'adozione filiale e nel perdono dei peccati. Per questo la Chiesa rivolge la sua preghiera al «Dio onnipotente ed eterno» («Omnipotens sempiterne Deus...»). (268-278)

51. Perché è importante affermare: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gn 1,1)?
Perché la creazione è il fondamento di tutti i divini progetti di salvezza; manifesta l'amore onnipotente e sapiente di Dio; è il primo passo verso l'Alleanza dell'unico Dio con il suo popolo; è l'inizio della storia della salvezza culminante in Cristo; è una prima risposta agli interrogativi fondamentali dell'uomo circa la propria origine e il proprio fine. (279-289, 315)

52. Chi ha creato il mondo?
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono il principio unico e indivisibile del mondo, anche se l'opera della creazione del mondo è particolarmente attribuita a Dio Padre. (290-292, 316)

53. Perché è stato creato il mondo?
Il mondo è stato creato per la gloria di Dio, che ha voluto manifestare e comunicare la sua bontà, verità e bellezza. Il fine ultimo della creazione è che Dio, in Cristo, possa essere «tutto in tutti» (1 Cor 15,28), per la sua gloria e per la nostra felicità. (293-294, 319)
«La gloria di Dio è l'uomo vivente e la vita dell'uomo è la visione di Dio» (sant'Ireneo).

54. Come Dio ha creato l'universo?
Dio ha creato l'universo liberamente con sapienza e amore. Il mondo non è il prodotto di una necessità, di un destino cieco o del caso. Dio ha creato «dal nulla» (ex nihilo: 2 Mac 7,28) un mondo ordinato e buono, che egli trascende in modo infinito. Dio conserva nell'essere la sua creazione e la sorregge, dandole la capacità di agire e conducendola al suo compimento, per mezzo del suo Figlio e dello Spirito Santo. (295-301, 317-320)

55. In che cosa consiste la Provvidenza divina?
Essa consiste nelle disposizioni, con cui Dio conduce le sue creature verso la perfezione ultima, alla quale Egli le ha chiamate. Dio è l'autore sovrano del suo disegno. Ma per la sua realizzazione si serve anche della cooperazione delle sue creature. Allo stesso tempo, dona alle creature la dignità di agire esse stesse, di essere causa le une delle altre. (302-306, 321)

56. Come l'uomo collabora con la Provvidenza divina?
All'uomo Dio dona e chiede, rispettando la sua libertà, di collaborare con le sue azioni, le sue preghiere, ma anche con le sue sofferenze, suscitando in lui «il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni» (Fil 2,13). (307-308, 323)

57. Se Dio è onnipotente e provvidente, perché allora esiste il male?
A questo interrogativo, tanto doloroso quanto misterioso, può dare risposta soltanto l'insieme della fede cristiana. Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male. Egli illumina il mistero del male nel suo Figlio, Gesù Cristo, che è morto e risorto per vincere quel grande male morale, che è il peccato degli uomini e che è la radice degli altri mali. (309-310, 324, 400)

58. Perché Dio permette il male?
La fede ci dà la certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo stesso male non traesse il bene. Dio questo l'ha già mirabilmente realizzato in occasione della morte e risurrezione di Cristo: infatti dal più grande male morale, l'uccisione del suo Figlio, egli ha tratto i più grandi beni, la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione. (311-314, 324)
Il cielo e la terra

59. Che cosa ha creato Dio?
La Sacra Scrittura dice: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gn 1,1). La Chiesa, nella sua Professione di fede, proclama che Dio è il creatore di tutte le cose visibili e invisibili: di tutti gli esseri spirituali e materiali, cioè degli angeli e del mondo visibile, e in modo particolare dell'uomo. (325-327)

60. Chi sono gli angeli?
Gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, esseri personali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, contemplando incessantemente Dio a faccia a faccia, Lo glorificano, Lo servono e sono i suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini. (328-333, 350-351)

61. In che modo gli angeli sono presenti nella vita della Chiesa?
La Chiesa si unisce agli angeli per adorare Dio, invoca la loro assistenza e di alcuni celebra liturgicamente la memoria. (334-336, 352)
«Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita» (san Basilio Magno).

62. Che cosa insegna la Sacra Scrittura circa la creazione del mondo visibile?
Attraverso il racconto dei «sei giorni» della creazione, la Sacra Scrittura ci fa conoscere il valore del creato e la sua finalità di lode a Dio e di servizio all'uomo. Ogni cosa deve la propria esistenza a Dio, dal quale riceve la propria bontà e perfezione, le proprie leggi e il proprio posto nell'universo. (337-344)

63. Qual è il posto dell'uomo nella creazione?
L'uomo è il vertice della creazione visibile, in quanto è creato a immagine e somiglianza di Dio. (343-344, 353)

64. Che tipo di legame esiste tra le cose create?
Esiste tra le creature un'interdipendenza e una gerarchia, volute da Dio. Nello stesso tempo, esiste un'unità e solidarietà fra le creature, poiché tutte hanno il medesimo Creatore, sono da Lui amate e sono ordinate alla sua gloria. Rispettare le leggi iscritte nella creazione e i rapporti derivanti dalla natura delle cose, è quindi un principio di saggezza e un fondamento della morale. (342, 354)

65. Che relazione c'è fra l'opera della creazione e quella della redenzione?
L'opera della creazione culmina nell'opera ancora più grande della redenzione. Infatti questa dà inizio alla nuova creazione, nella quale tutto ritroverà il suo pieno senso e il suo compimento. (345- 349)
L'uomo

66. In che senso l'uomo è creato a «immagine di Dio»?
L'uomo è creato a immagine di Dio nel senso che è capace di conoscere e di amare, nella libertà, il proprio Creatore. È la sola creatura, su questa terra, che Dio ha voluto per se stessa e che ha chiamato a condividere, nella conoscenza e nell'amore, la sua vita divina. Egli, in quanto creato a immagine di Dio, ha la dignità di persona: non è qualcosa, ma qualcuno, capace di conoscersi, di donarsi liberamente e di entrare in comunione con Dio e con le altre persone. (355-357)

67. Per quale fine Dio ha creato l'uomo?
Dio ha creato tutto per l'uomo, ma l'uomo è stato creato per conoscere, servire e amare Dio, per offrirgli in questo mondo, tutta la creazione in rendimento di grazie, ed essere elevato alla vita con Dio in cielo. Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo, predestinato a riprodurre l'immagine del Figlio di Dio fatto uomo, che è la perfetta «immagine del Dio invisibile» (Col 1,15). (358-359, 381)

68. Perché gli uomini formano un'unità?
Tutti gli uomini formano l'unità del genere umano, per la comune origine che hanno da Dio. Dio, inoltre, ha creato «da uno solo tutte le nazioni degli uomini» (At 17,26). Tutti, poi, hanno un unico Salvatore e sono chiamati a condividere l'eterna felicità di Dio. (360-361)

69. Come nell'uomo l'anima e il corpo formano un'unità?
La persona umana è un essere insieme corporeo e spirituale. Nell'uomo lo spirito e la materia formano un'unica natura. Questa unità è così profonda che, grazie al principio spirituale che è l'anima, il corpo, che è materiale, diventa un corpo umano e vivente, e partecipa alla dignità di immagine di Dio. (362-365, 382)

70. Chi dona l'anima all'uomo?
L'anima spirituale non viene dai genitori, ma è creata direttamente da Dio, ed è immortale. Separandosi dal corpo al momento della morte, essa non perisce; si unirà nuovamente al corpo nel momento della risurrezione finale. (366-368, 382)

71. Quale relazione Dio ha posto tra l'uomo e la donna?
L'uomo e la donna sono stati creati da Dio in uguale dignità in quanto persone umane, e, nello stesso tempo, in una reciproca complementarità, essendo maschio e femmina. Dio li ha voluti l'uno per l'altro, per una comunione di persone. Insieme sono anche chiamati a trasmettere la vita umana, formando nel matrimonio «una sola carne» (Gn 2,24), e a dominare la terra come «amministratori» di Dio. (369-373, 383)

72. Qual era la condizione originaria dell'uomo secondo il progetto di Dio?
Dio, creando l'uomo e la donna, aveva loro donato una speciale partecipazione alla propria vita divina, in santità e giustizia. Nel progetto di Dio l'uomo non avrebbe dovuto né soffrire né morire. Inoltre regnava un'armonia perfetta nell'uomo in se stesso, tra creatura e Creatore, tra uomo e donna, come pure tra la prima coppia umana e tutta la creazione. (374-379, 384)
La caduta

73. Come si comprende la realtà del peccato?
Nella storia dell'uomo è presente il peccato. Tale realtà si chiarisce pienamente soltanto alla luce della Rivelazione divina, e soprattutto alla luce di Cristo Salvatore di tutti, che ha fatto sovrabbondare la grazia proprio là dove è abbondato il peccato. (385-389)

74. Che cos'è la caduta degli angeli?
Con tale espressione si indica che Satana e gli altri demoni, di cui parlano la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa, da angeli creati buoni da Dio, si sono trasformati in malvagi, perché, con libera e irrevocabile scelta, hanno rifiutato Dio e il suo Regno, dando così origine all'inferno. Essi tentano di associare l'uomo alla loro ribellione contro Dio; ma Dio afferma in Cristo la sua sicura vittoria sul Maligno. (391-395, 414)

75. In che cosa consiste il primo peccato dell'uomo?
L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore e, disobbedendogli, ha voluto diventare «come Dio» senza Dio, e non secondo Dio (Gn 3,5). Così Adamo ed Eva hanno perduto immediatamente, per sé e per tutti i loro discendenti, la grazia originale della santità e della giustizia. (396-403, 415-417)

76. Che cos'è il peccato originale?
Il peccato originale, nel quale tutti gli uomini nascono, è lo stato di privazione della santità e della giustizia originali. È un peccato da noi «contratto», non «commesso»; è una condizione di nascita, e non un atto personale. A motivo dell'unità di origine di tutti gli uomini, esso si trasmette ai discendenti di Adamo con la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione». Questa trasmissione rimane un mistero che non possiamo comprendere appieno. (404, 419)

77. Quali altre conseguenze provoca il peccato originale?
In conseguenza del peccato originale la natura umana, senza essere interamente corrotta, è ferita nelle sue forze naturali, è sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, ed è incline al peccato. Tale inclinazione è chiamata concupiscenza. (405-409, 418)

78. Dopo il primo peccato, che cosa ha fatto Dio?
Dopo il primo peccato, il mondo è stato inondato di peccati, ma Dio non ha abbandonato l'uomo in potere della morte, ma, al contrario, gli ha predetto in modo misterioso - nel «Protovangelo» (Gn 3,15) - che il male sarebbe stato vinto e l'uomo sollevato dalla caduta. È il primo annuncio del Messia redentore. Perciò la caduta sarà perfino chiamata felice colpa, perché «ha meritato un tale e così grande Redentore» (Liturgia della Veglia pasquale). (410-412, 420)

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Ultimo aggiornamento 27/07/2021